Ragazze animate

Ogni generazione ha i suoi modelli di protagonisti e protagoniste di storie: la mia ha avuto e ha tuttora fissi nel suo immaginario gli eroi e le eroine di manga ed anime, queste forme d’arte espressiva e narrativa giunta dal Giappone ormai 45 anni fa e mai più andata via dai nostri lidi.

Periodicamente, manga ed anime vivono ritorni di fiamma, come in questo periodo, ma per noi fan di lunga data e lungo corso la passione c’è sempre. Ci ho pensato molto in questi mesi, più del solito, dove sull’onda della mia ritrovata passione, in realtà mai andata via, per Lady Oscar, ho fatto varie cose e partecipato ad alcuni eventi, come il Festival dei Sogni e del Fumetto di Bolzano e San Donà Fumetto, dove ho parlato di questo e ho presentato i miei libri in tema.

Il Giappone ha da secoli un rapporto strano come le donne, ci sono sacche di maschilismo notevoli, ma nello stesso tempo l’altra metà del cielo ha da sempre avuto un ruolo importante. Pensiamo a personaggi mitici come la dea Amaterasu, a figure tra realtà e fantasia come la regina Himiko, a guerriere come Tomoe Gozen, a una delle prime scrittrici della storia, Murasaki Shikibu, che aveva numerose colleghe, fino alle moderne autrici di manga e alle loro protagoniste.

A San Donà c’era una bellissima mostra di illustrazioni di Marco Albiero, Anime ladies, con queste protagoniste, Candy, Anna dai capelli rossi, Nadia, Sailor Moon, Maetel, ovviamente Lady Oscar, e ancora una volta mi sono resa conto di quanto sono iconiche. Del resto, mi colpirono subito, con Heidi, la prima ad arrivare, e poi tutte le altre, la tragica e splendida Flora, le donne tra streghe e fate di Matsumoto, la sognatrice Anna, la grintosa Candy, fino ad arrivare ad Oscar, che è e resta per me l’eroina per antonomasia, senza un’altra che stia al suo pari, anche guardando film, romanzi e serial TV, e alla quale continuo e continuerò a dedicare scritti e non solo.

Di fronte a questa galleria di protagoniste, a cui se ne possono aggiungere altre, a cominciare dalle eroine di Miyazaki, si nota l’aver creato degli archetipi universali, mescolando Oriente e Occidente in maniera non retorica, non sacrificando alla fine niente di una cultura o dell’altra in nome del politicamente corretto, ma proponendo ragazze ideali e reali, che lottano, vivono, soffrono, amano, provano a cambiare il mondo senza dover per forza svolgere un compitino morale. Anzi. Forse è per questo che le amiamo così tanto e continuiamo a specchiarci in loro, a seguirle, a studiarle, ad appassionarci, a commuoverci. Sono eroine ma sono anche amiche, hanno cambiato le nostre vite, crescendo con noi, ci hanno parlato di ribellione, amore, libertà, amicizia, sentimenti: oggi per molti di noi non sono più coetanee, siamo più grandi ormai di loro, ma sono parte di noi, dei nostri sogni e di quello che siamo diventati. Questa è anche la loro grandezza e non è poco.