Romanzi storici

Leggere i romanzi storici

Da domani a domenica Massa ospita il Festival del Romanzo storico, con focus su Alessandro Manzoni e presentazione dei romanzi Bastarde di Francia di Alessandra Giovanile e Virna Mejetta, che sono nel mucchio di libri che devo leggere. Un bell’evento, che sarebbe bello poter replicare o duplicare anche in altri posti, anche perché i romanzi storici sono un genere evergreen, che non passa mai di moda e si arricchisce sempre di nuovi titoli e voci.
Da molti anni è uno dei miei generi di lettura preferiti, credo proprio grazie a Lady Oscar: ho letto varie storie in tema, adorando il Medio Evo di Ken Follett e Ildefonso Falcones, l’Inghilterra elisabettiana di Philippa Gregory, tutto o quasi quello che è stato scritto sulla Rivoluzione francese e il Settecento, partendo da Hilary Mantel senza dimenticare Dickens, Balzac e Hugo, i Secoli bui di Bernard Cornwell, l’epopea dei Corsari di Emilio Salgari, la caccia alle streghe di Celia Rees, la Scozia di sir Walter Scott, la cavalcata nel passato della Francia di Alexandre Dumas, le varie incursioni nel Giappone dei samurai e nel mondo vittoriano e tanto altro ancora. Senza contare i fumetti, da Sambre a Murena passando per Lo scorpione, oltre ovviamente ai manga.
Mi piacciono anche le contaminazioni con altri generi, i thriller storici, da Umberto Eco a Anne Perry, i tentativi di rendere la storia di Re Artù storica e perché no lo steampunk. Non mi piacciono gli anacronismi in contesti realisti, ma questi sono più comuni nelle trasposizioni filmiche, tra Anna Bolena di colore e l’Inghilterra della Reggenza trasformata in una società queer e multietnica. Ma in generale i romanzi storici non mi deludono, che siano ambientati in un’antichità più o meno realistica o in epoche relativamente più vicine e diventate iconiche grazie ad altri media.

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