Salgari il maestro dell’avventura

Al Borgo medievale è di scena fino a febbraio una mostra su Emilio Salgari e le sue opere, avventure meravigliose che periodicamente tornano di moda.
Salgari fa parte della mia vita da sempre: mio zio era collezionista salgariano, uno dei maggiori in Italia probabilmente, e scoprii presto questo mondo fantstico, dove per la prima volta anche le donne erano protagoniste.
Poi ci fu il Sandokan televisivo, bellissimo e purtroppo non abbastanza trasmesso in tv, non mi piace la nostalgia canaglia ma quando voglio ricordare qualcosa di bello mi attacco a lui, insieme ai primi anime e ai primi serial di fantascienza.
Mi sono laureata con una tesi di laurea su Emilio Salgari e i suoi libri fanno bella mostra nella mia biblioteca, come molti classici per ragazzi, perché restano unici.
In un’altra epoca avrebbe avuto maggiore fortuna, anche se l’Italia è spesso matrigna con i suoi creativi e con chi prova a far sognare.
Fa piacere che comunque sia ricordato e la mostra al Borgo medievale, con tante vecchie edizioni ma anche richiami alla mitica stagione di rivalutazione degli anni Settanta, è un’ottima occasione per rivisitare questo autore.
Certo, ci vorrebbe un bel filmone nuovo per rilanciarlo, a me piacerebbe tanto un adattamento come si deve di Capitan Tempesta e Il leone di Damasco, con un bel cast internazionale e una bella sceneggiatura.
Ma tutto resta un sogno, per ora.