Cultura otaku,  Geek e nerd

Luci e ombre del fumetto e dei fumettisti

Ho trovato in questi giorni questo thread su Facebook che mi tocca in prima persona e con cui voglio partire per fare un discorso:
LA SOLITUDINE DEL FANTASTICO
Non è mai stato un segreto che un tempo la vita non fosse facile per i fumettari. Si era guardati prima dalla famiglia con preoccupazione per quella passione che con gli anni non scompariva, e poi dai compagni con derisione, per quella preferenza per il Fantastico alla Realtà, che segna il percorso di chiunque da ragazzo/a (di più i ragazzi, poco da dire o da fare) scrivesse poesie, leggesse troppo, guardasse le stelle la sera, ascoltasse musica più difficile degli altri.
Il Fumettaro era avvolto dall’alone dell’Infanzia Perenne, le ragazze lo consideravano uno spreco, gli amici lo tolleravano solo se almeno poteva parlare di calcio, parenti e genitori tra loro passavano sotto silenzio tutto quello spazio sacrificato a della carta colorata.
Chi di voi ha vissuto questo? E pensate che la moda attuale, cinecomics e merchandising, abbia spostato i valori o dopo i 20 anni la nostra passione ci rende comunque dei capi difettati?

In parallelo, voglio segnalare che una delle domande che mi sono state fatte domenica ad Alessandria riguardava i crescenti interesse e passione che ci sono per fumetti e fantastico, testimoniati da tutta una serie di eventi che si aggiungono ogni anno e dal fatto che seguire fumetti, serial cult, cinema di genere e narrativa fantasy e di fantascienza è diventato mainstream e di moda, così come fare cosplay e partecipare alle fiere.
Per contro mi capita spesso di sentire persone lamentarsi che alle fiere non si trovano più i fumetti di una volta: come appartenente alla generazione di Goldrake e Lady Oscar devo dire che di materiale ne trovo, però vorrei trovare più cose sui miei beniamini del passato.
Non bisogna inoltre dimenticare che il settore del fumetto è in crisi, malgrado la grande proposta di titoli, tra revival e novità: però in quei tempi d’oro che qualcuno rimpiange non c’erano né fiere né fumetterie.
Cosa posso dire? Io credo che il bicchiere sia mezzo pieno e mezzo vuoto allo stesso tempo.
Non tornerei mai più negli anni Ottanta o giù di lì, quando leggere fumetti era visto inaccettabile dai 14 anni in su, soprattutto se si era ragazze.
La crisi però c’è, le nuove tecnologie aiutano ma stanno inibendo molte persone dall’uscire di casa e frequentare gli altri (perché compri su Amazon quando abiti a Torino e hai Sturiellet, Best Comics, Popstore e altri bei posti dove andare a comprare? Non lamentarti poi se sei solo/a!) e non è tutto oro quello che luccica.
Però andando a Alecomics, incontrando nuovi amici e rivedendo persone che conosco e a cui voglio bene da anni sono convinta di aver fatto la scelta giusta. E se il passato non si può cambiare, il futuro è tutto da costruire.
Perché il lieto fine per ciascuno di noi è alla fine quello di tirare avanti e cercare di vivere al meglio ogni giorno.
E alla fine è un lieto fine vivere nel mondo di queste foto, avere amici con cui condividere i propri interessi e magari farli diventare anche un lavoro.

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