Varie e eventuali

No alla cancel culture

In nome della Dea Cancel Culture, portata da quella sciagura internazionale che è il politicamente corretto, verranno cancellati dai libri per bambini di Road Dahl (che io ho letto in età adulta, adorandoli) i termini considerati offensivi, come grasso e brutto, e tutti i termini razzisti, sessisti e omofobi o presunti tali dai romanzi di Ian Fleming.

Questo si aggiunge ad una galleria di boiate con cui facciamo i conti da mesi se non anni, che comprende, in ordine sparso, Achille diventato una cosiddetta donna trans in una rilettura uscita per Oscar Fantastica da cui ho girato alla larga stamattina al mercatino Il Libro ritrovato, la Sirenetta abbronzata, Trilly di Peter Pan idem, la censura di scrittori e musicisti russi morti da decenni, il Principe di Biancaneve che molesta la principessa, André di Lady Oscar diventato un maniaco tossico e stalker, Dante bollato come razzista e omofobo, Dragonball tutto sbagliato perché le donne fanno solo le casalinghe (non è così…), J.K Rowling insultata e minacciata perché ha osato dire che se hai il pene sei un uomo e se hai il ciclo sei una donna, e altre amenità del genere.

Ognuno è libero, per carità, di leggere o guardare ciò che vuole, e se è disturbato da un film o un romanzo padronissimi di non guardarlo o leggerlo, e questo lo penso da quando ero ragazzina e ci fu la celebre polemica contro Goldrake per i presunti contenuti violenti. Ma snaturare storie note con contenuti deliranti per non offendere tizio, caio e sempronio, da parte di gente che per prima ha discriminato chi non condivideva la loro visione del mondo e continuano a farlo, e che vede razzismo, sessismo, omofobia e fascismo anche quando non ci sono, è delirante, assurdo e anche profondamente antidemocratico.

Ogni opera d’ingegno riflette il pensiero dell’epoca in cui è stata creata e di chi l’ha realizzata, rinnegare idee divergenti perché non funzionali ad un mondo di reazionari travestiti da progressisti, che vogliono imporre un pensiero unico, è un’offesa all’intelligenza e alla libertà ed è alla fine molto ma molto fascista.
Comunque, questa visione del mondo non paga, non è un caso che Disney+ e Netflix stiano perdendo abbonati e che molti di questi film non riescano ad arrivare neanche nelle sale. Io, per reagire a questo andazzo, mi sono rifugiata nel mondo vintage e in quello otaku: manga e anime hanno tanti difetti, ma non sono politicamente corretti…

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