Cultura otaku,  Fantascienza,  Gotico e steampunk

Il mistero della pietra azzurra, il mio primo steampunk

Tra gli anime che ho visto per le mie ricerche ce ne è uno che amo particolarmente, forse perché appartiene a quel periodo all’inizio degli anni Novanta in cui sono diventata ufficialmente una otaku.
L’anime è Nadia il mistero della pietra azzurra, seguito con fatica su Mediaset oltre venticinque anni fa, e ora disponibile in dvd, liberamente tratto da Jules Verne ma con molte cose diverse, a cominciare dal mettere al centro di tutto un personaggio femminile insolito e come aspetto fisico e come carattere non certo simpatico.
Ci sono anime che a distanza di anni, pur con tutta la passione di questo mondo, fanno sentire in maniera anche piuttosto pesante la loro età: Nadia non è uno di questi, funziona benissimo ancora oggi.
Certo, non tutti gli episodi sono all’altezza, soprattutto quelli incentrati su Nadia e Jean sull’isola, ma i momenti cruciali nella guerra tra il Nautilus e Neo Atlantide sono grandiosi e appassionanti, con un finale che lascia davvero con un groppo in gola.
A distanza di anni ho visto le influenze di Miyazaki e di Laputa, ma Nadia ha una sua grande originalità, per come parla della vita e per come affronta temi come il coraggio, la lotta all’ingiustizia, la vanagloria del potere, il dramma della perdita, l’ipotesi extraterrestre, le famiglie allargate e tanto altro ancora.
Tra l’altro sono grata a Il mistero della pietra azzurra perché è la storia che mi ha introdotta al genere dello steampunk, fantascienza nel passato che per me è stata davvero una rivelazione, un immaginario incredibile che non manca mai di stupirmi e tutto è cominciato con Nadia.

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