Giù le mani da Love Actually

Durante le vacanze di Natale ci sono dei film che voglio assolutamente rivedere, che esulano un po’ dalle mie due passioni, il fantasy e Lady Oscar e la sua epoca. In particolare, amo molto le commedie a cavallo tra i Millenni dove si parla di Natale, con titoli come Harry ti presento Sally, C’è post@ per te e Love actually.
Proprio quest’ultimo è stato oggetto di alcune polemiche veramente sterili e assurde: da una parte un’insegnante non molto furba ha pensato di mostrarlo ad una classe di bambini delle elementari. Ora è vero che vedono di peggio in TV e sui social, ma è comunque un film che può interessare dall’adolescenza in poi, ci sono pellicole migliori per i più giovani da mostrare loro, certo che però poi sono gli stessi a cui vogliono imporre le follie sull’identità di genere. Ma cercare qualcosa di più opportuno? No, non sono una bacchettona.
Dall’altra, Love actually è stato accusato di non essere abbastanza inclusivo e di essere razzista e sessista. Certo, perché per questi geni i personaggi sono tutti bianchi (falso), non piace come viene rappresentato il Portogallo, non ci sono coppie gay e/o personaggi trans, c’è l’allupato che va negli States a fare il porcellone con fanciulle consenzienti ma non va bene lo stesso, non sia mai, c’è il cantante che dice troppe parolacce, insomma sono troppe le cose che disturbano questi adepti del politicamente corretto a tutti i costi, che ha francamente stufato.
Love actually è un film che parla d’amore, di vita, di lutto, di delusioni, di nuovi inizi, di tradimento, di problemi familiari, dell’impossibilità di cambiare a volte, di rinuncia, di sacrificio, e queste cose vanno sempre bene, mi spiace per chi non lo capisce. Ha una colonna sonora da urlo e un cast stellare, con dei grandissimi.
Io me lo sono goduto di nuovo, sempre bello. E lasciatelo in pace, insieme a tante altre cose, ben vengano storie fuori dalla cappa di perbenismo che vogliono imporci a tutti i costi!