Del conservare le opere

Qualche giorno fa è girata la notizia che le librerie Feltrinelli non venderanno più DVD e Blu Ray, considerati ormai obsoleti perché tutti guardano i programmi in streaming: ricordo che dicevano la stessa cosa della musica, e infatti sono tornati i vinili.
In parallelo, invece, si è scoperto che ai giovanissimi piacciono molto i libri cartacei e i famosi ebook non attirano, del resto si sapeva che non avrebbero preso piede, come sperava qualche fissato tipo un tipo che organizza assurdi eventi pseudo letterari con mascherina ancora oggi.
Due notizie che sembrano in contraddizione e che in realtà indicano che alla gente piace avere materialmente le cose che ama intorno a sé. Feltrinelli non venderà più i DVD, ma questi non spariranno: io ricordo quando per vedere i propri film, telefilm e anime preferiti bisognava attendere le repliche, a volte anche mesi e mesi, ricordo quanto fu devastante quando Lady Oscar sparì dalle reti televisive dal 1984 al 1986 e a quanto era tragico dover fare altre cose quando in televisione trasmettevano la tua storia preferita.
L’home video ci ha permesso di avere le nostre storie audiovisive preferite sempre a portata di zampa, per poterle vedere e rivedere ogni volta che volevamo, anche quando non passavano più da nessuna parte, penso per esempio a Candy Candy. I cofanetti di DVD sono poi qualcosa di veramente prezioso, come presentazione e contenuti speciali, ma davvero lo streaming è meglio? Senza contare che in streaming nulla diventa di nostra proprietà, si paga ogni volta per vedere quello che vogliamo e in qualsiasi momento questo può sparire dal radar, magari perché ha contenuti che diventano scomodi.
Noi cinefili, otaku e simili continueremo a volere e ad avere i nostri DVD, tra l’altro la logica che vogliono imporre Non possederai niente e sarai felice proprio non ci piace. Se siamo le storie che amiamo a maggior ragione devono stare con noi. Alla faccia dei radical chic che pensano che sprechino spazio.