Cold case, una serie sempre bella da rivedere

In questo periodo ho recuperato alcune serie di genere thriller, oltre alle solite di fantascienza e fantasy, non solo per stare alla larga dalla propaganda di regime, e ho beccato di nuovo Cold case, compagna dei miei sabati sera di oltre dieci anni fa per diverse stagioni e sempre bella e valida.
Ho comunque recuperato gli episodi da conservare, che non potranno mai uscire in DVD perché la colonna sonora è talmente ricca di brani che dovrebbero pagare troppi diritti a case discografiche e artisti: continuo a trovare migliori quelli che vanno più indietro nel tempo, negli anni Cinquanta e Sessanta, con momenti toccanti, perché le morti non vengono dimenticate, nemmeno a distanza di anni, e fare giustizia è un atto dovuto.

Il personaggio di Lily Rush è sempre grande, una delle tante figure nate sull’onda di Clarice Starling, una paladina della giustizia, dotata di pietas e di senso dell’equilibrio, ma devo dire che anche i suoi colleghi sono simpatici e efficaci, senza contare che poi è una felinofila, con due bellissimi gatti come compagni.
Soprattutto Cold case dimostra come si possa parlare di tematiche importanti, come omosessualità, razzismo, femminismo, pena di morte, diritti, bullismo, lotta alla discriminazioni, senza scadere in quell’ignobile regime del politicamente corretto che ormai da anni ci sta ammorbando. Le storie di Cold case, sia quando parlano di donne maltrattate in casa, che di condannati alla pena capitale da innocenti, che di ragazzi che aiutano le coetanee ad interrompere una gravidanza non voluta, che di amori tra persone dello stesso sesso, che di discriminazioni razziali, non sono mai forzate e scontate, mai un compitino per fare contenti i fanatici del pensiero unico. Fanno riflettere e toccano, senza retorica e senza facilonerie, e questo non è certo poco.

https://www.youtube.com/watch?v=aFDI9WO8f40&list=PL4F73546537EFE2A1&index=69