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Quest’anno niente Salone del libro

No, non andrò al Salone del libro in versione autunnale, perché per me cultura e libri sono simboli di inclusione e non esclusione.
Non si va in giro con una museruola sulla faccia perché anche se stai bene potresti essere infetto e far venire una malattia (un’influenza curabilissima) a qualche poveretto fragile e farlo morire, come si sente dire da oltre un anno e mezzo a questa parte, da questi neo inquisitori.
Non si va in giro senza potersi avvicinare agli altri, perché la vita è fatta di condivisione e vicinanza, non di paura assurda verso l’altro perché potrebbe essere infetto, manco durante la peste nera, malattia davvero mortale e grave, la gente era così idiota, visto che se siamo qui è perché le persone hanno continuato a frequentarsi anche allora, anche intimamente.
Non ci si deve iniettare per forza un farmaco sperimentale dai possibili effetti avversi, oltre tutto per evitare di prendersi un’influenza, in nome di un principio civico verso gli altri (ognuno tutela se stesso, se vuole, al massimo i suoi cari, punto e basta) altrimenti sei escluso dalla società, qui siamo alla distopia.
Non ci si deve fare un lasciapassare ignobile per usufruire di diritti che dovrebbero essere garantiti, e tra la mia salute e un Salone dove sono tutti mascherati e distanziati preferisco la prima, grazie.
L’atteggiamento del mondo della cultura in quest’ultimo anno e mezzo è stato semplicemente ignobile. Speriamo che presto crolli tutto, certo che chi avrà ancora voglia di frequentare dei collaborazionisti? Io continuerò ad occuparmi di libri, scrittura, cultura, con gente non allineata e libera. Statevene nella vostra torre d’avorio al Salone del Libro, in quei quattro gatti che sarete, e riflettere sui danni che avete fatto..

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