Cultura otaku

Pensieri su Goldrake

Si sta chiudendo, neve permettendo, al Mufant la mostra Lame rotanti sui quarant’anni di Goldrake, che noi otaku torinesi soci degli Amici di Go Nagai festeggeremo poi il 4 aprile con un evento speciale.
Ho già parlato tante volte degli anime giapponesi e della loro importanza nella mia vita e nella vita di tante altre persone: tutto è iniziato appunto quarant’anni fa e passate le paturnie adolescenziali non li ho più mollati e anzi li ho fatti diventare un motore per le mie attività non solo legate al tempo libero.
Su Goldrake in particolare (perché sono tanti gli anime che mi piacciono, alcuni sono invecchiati meglio, altri peggio) devo dire che mi affascinò subito questa storia di un attacco alieno in un luogo tranquillo, un mix tra i film anni Cinquanta e un X-File ante litteram.
Il personaggio di Actarus, tutto tranne che un violento e come dice il grande Massimo Nicora un profugo fuggito dalla sua casa distrutta, è e resta grande, grazie anche alla voce di Romano Malaspina che sarà fatto alla sua maniera ma che come professionista resta un grande.
A me piacevano molto anche altri personaggi, soprattutto quelli presenti negli episodi realizzati dal grande Shingo Araki, ancora oggi tosti da rivedere, a cominciare da quello su Najda, eroina tragica che si immola senza che l’eroe riesca a salvarla, in una delle scene più sconvolgenti di tutti gli anime.
Crescendo ho rivalutato il personaggio di Venusia, eroina per caso che cambia e diventa diversa, simbolo di tutte le persone comuni che sono diventate altro da quello che erano quando hanno dovuto affrontare situazioni estreme, mostrando il meglio di loro.
Actarus e Alcor sono la prima coppia slash che ho visto, nei primi episodi la cosa è abbastanza evidente, soprattutto decenni dopo quando hai scoperto il tutto grazie a fanfiction e fandom: a parte le battute è una cosa carina in più.
Io non sono propensa alle nostalgie per il passato, all’esaltazione del bel tempo che fu, però Goldrake è una delle non molte cose che rivedo sempre volentieri. Ma non pensando ad allora, ma pensando a tutte le cose belle che ho costruito intorno ai manga e agli anime e che continuo a costruire.

5 Comments

  • Michele Nigro

    Bella questa mostra… Più che un tuffo nostalgico nel passato, come è stato già detto (certe cose non possono e non devono ritornare quindi è inutile dannarsi!), gli anime di quell’epoca e anche quelli che in seguito c’hanno fatto compagnia, servono a rivedere (anche sociologicamente parlando, perché no) una stagione, un’epoca culturale… Le paure di quegli anni, una certa “verginità” digitale, quei cartoni animati (che a rivederli oggi ci fanno tenerezza per l’ingenuità scientifica che li caratterizzava) sono oggi la testimonianza di un passaggio epocale. L’imprinting che quelli della nostra generazione hanno ricevuto da questi cartoni animati è stato notevole; non è stato solo un fenomeno di costume…

  • LUCE 5

    Ho riscoperto questo anime esattamente quattro anni fa e grazie alla rete ho potuto leggere tutto ciò che era per me rimasto un mistero.
    Scrivo molte fanfiction su questi personaggi, cercando di evidenziare la caratterizzazione psicologica.

  • LUCE 5

    Sono sparse nel web sotto il nome di: luce5.

    In realtà ne ho scritte molte di più e sono pubblicate in due libri della Book Sprint

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