Cinema,  Comics

Logan, la morte dei supereroi

Ho apprezzato tantissimo i film degli X-Men, che dall’inizio del Millennio mi hanno fatta appassionare a questo universo poliedrico in cui il tema della diversità è fondamentale. Per conto mio hanno fatto più gli X-Men contro razzismo, omofobia e discriminazioni varie che altri e ovviamente non potevo perdermi l’ultimo uscito, Logan the Wolverine, con cui si chiude un arco narrativo.
Certo, è completamente diverso dagli altri film visti finora, spettacolari e magniloquenti, qui si parla di vecchiaia, malattia, solitudine, ma forse per questo è ancora più valido.
La morte dell’eroe è qualcosa di duro da accettare, ma nello stesso tempo esiste fin dalla notte dei tempi: muore Achille, muore Ettore, muore Ercole, morirà Ulisse perché non vuole porre limiti alla sua conoscenza, come ci racconta Dante. Io e non solo io ho fatto anche i conti con la morte delle eroine, da Lady Oscar a Xena, ed è sempre un duro colpo. Ma le leggende vivono comunque in eterno.
E questa ultima avventura di Logan on the road, in cui scopre di avere una figlia (ma quanto è brava questa giovanissima attrice!) è un’odissea, in cerca di un mondo migliore da lasciare a chi verrà dopo di te. Truce, violento, sporco come immagini, ma alla fine questo è un film che ti lascia con un groppo in gola, sperando un giorno di ritrovare questi ragazzini mutanti loro malgrado in nuove avventure.



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