L’importanza di leggere fumetti
Da un po’ di tempo, su vari giornali mainstream, si è scoperto che esistono i lettori di fumetti, tanti, curiosi, di generazioni diverse, pronti ad accogliere storie disegnate e narrate e a trattarle alla pari di quelle scritte.
Diciamo che sembra davvero la scoperta dell’acqua calda, perché sono decenni che ci sono i lettori e gli appassionati di fumetti, chi scrive è una veterana in questo, che iniziò da bambina con Disney, continuò da ragazzina con i primi shojo manga colorizzati e continuò da ragazza e poi da adulta con le varie testate giapponesi, americane, italiane e del resto del mondo che popolano ormai l’immaginario.
Una storia può essere raccontata in mille modi ed essere sempre valida, e i fumetti, malgrado la nomea negativa che alcuni hanno ancora nei loro riguardi (fumetto vuol dire storia di poco conto, anche se è una definizione ormai superata), sono un modo per raccontare storie, che tra l’altro ha antenati illustri, le pitture rupestri e gli affreschi.
Per cui mi fa un po’ sorridere questa scoperta dell’acqua calda, del resto i media generici non sono il massimo come attendibilità. Come per i romanzi, i film e i telefilm, ci sono fumetti bellissimi e fumetti mediocri, fumetti che invecchiano bene e fumetti che invecchiano male, fumetti che non lasciano dentro niente e fumetti che entrano nel tuo cuore e non escono mai più. Per questo che sono belli, per questo che appassionano. E sarebbe meglio, visto che ormai in tanti siamo cresciuti con i fumetti, che a scrivere di certe cose fossimo noi esperti.