History Geek

La percezione del Medio Evo

Putroppo nemmeno quest’anno sono riuscita ad andare lo scorso week-end a Briançon, in Alta Savoia, per la rievocazione medievale.
Spero di rifarmi quest’autunno con la festa medievale al Borgo, sperando che la facciano e che non salti, visto l’andazzo contro i divertimenti della nostra attuale amministrazione.
Da molto tempo la percezione mia e non solo mia del Medio Evo è cambiata: da epoca oscura, come veniva rappresentata a scuola e in certe espressioni fatte che ritengono per esempio che certe frasi sulle donne siano roba da Medio Evo, è diventata interessante, appassionante, divertente e ricca di spunti.
Direi che le motivazioni sono tante: d’altro canto, basta leggere il Decamerone di Boccaccio per capire che il Medio Evo tutto era tranne che un’epoca oscurantista e triste.
Libri come Il nome della rosa di Umberto Eco, I pilastri della terra e Mondo senza fine di Ken Follett, La cattedrale del mare di Ildefonso Falcones e le saghe sulla Guerra delle due rose di Conn Igguldenn e Philippa Gregory direi che hanno trasmesso, tra erudizione e intrattenimento, un grande interesse per un’epoca storica durata mille anni e con fasi molto diverse all’interno della medesima.
Le rievocazioni storiche hanno fatto anche molto, così come l’opera di storici come Georges Duby, Regine Pernoud che ha svelato il ruolo non certo di casalinghe depresse delle donne medievali, Johan Huizinga e anche i nostri Alberto Angela con le sue trasmissioni e Alessandro Barbero tra libri e tv.
Non parliamo poi del Medio Evo fantastico riletto da una parte del fantasy, ma anche di serie tv e film, come Vikings, che hanno reso giustizia a un periodo e alle sue mille sfumature.
Del resto, come dice Alessandro Barbero, il Medio Evo non esiste e la maggior parte delle cose che si dicono, ius primae noctis in testa, sono invenzioni.

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