Cultura otaku,  Eroine protagoniste

Heidi, dove tutto cominciò

Sembrerà un controsenso detto da una persona che si professa otaku, ma io erano anni che non guardavo più anime in televisione: nell’ultimo anno e poco più ho ritrovato il gusto per guardarli così, capendo di aver perso molto per tanti anni, anche perché con l’illusione Tanto ce l’ho in DVD o in VHS tante cose non le avevo più guardate.
Una di queste, sembrerà strano, è proprio Heidi, l’adattamento a cartoni animati realizzato dagli allora giovani Hayao Miyazaki e Isao Takahata, il primo anime a dare il la per l’invasione di tutte queste storie così importanti nella vita mia e di tanti altri, tratto dal romanzo ottocentesco di Johanna Spyri, che migliora, togliendo tutti i riferimenti pesanti e codini ad un certo tipo di pensiero religioso. Un po’ come hanno fatto i film di Narnia rispetto ai libri.
Ho visto Heidi meno volte di altre serie anime, ma mi ha comunque influenzato, posso dire di amare la montagna anche molto grazie a lei, e quest’estate ci tornerò anche con questa consapevolezza. Una storia solo all’apparenza infantile, ma che in realtà è un inno alla vita, alla spontaneità, alla libertà, tutte cose di cui abbiamo tutti gran bisogno, e si vede già la mano felice di chi poi ha fatto capolavori come Nausicaa della valle del vento La città incantata.
Credo che non lascerò più passare tanti anni senza rivedere Heidi, d’ora in poi.

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