Cultura otaku,  Eroine protagoniste

Gli shojo non piacciono più?

In questo momento manga e anime stanno vivendo un momento di grande interesse e gloria in Italia, complici alcuni grandi titoli degli ultimi anni, da One Piece L’attacco dei giganti, oltre che la scoperta e riscoperta da parte di più generazioni dei grandi classici.


In questo panorama, ci sono dei grandi assenti e cioè gli shojo manga, come ha fatto notare questo articolo recente. A parte le autrici che non fanno shojo, come la poliedrica Rumiko Takahashi, che continua ad essere presente con Mao e la perfect edition di Inuyasha, ci sono alcuni classici e poco altro.
E dire che è grazie agli shojo che molti di noi si sono innamorati del made in Japan, penso a Candy Candy, purtroppo ferma da anni per la diatriba tra le autrici ma sempre viva nel cuore di noi fan, ma soprattutto a Lady Oscar. Negli ultimi anni abbiamo avuto una splendida edizione di Zaffiro di Tezuka e le meravigliose ristampe de Le Rose di VersaillesCaro fratelloLa finestra di Orfeo Sailor Moon, oltre che finalmente l’uscita de Il poema del vento e degli alberi e delle opere di Moto Hagio.

 

Certo, non è un mistero che gli editori preferiscono puntare sugli shonen, partendo dai principali successi, ma non si può dire che di shojo non si veda proprio niente, ci vorrebbe senz’altro qualche proposta in più, perché in ogni caso è proprio da questo filone, o meglio da questo target, che sono venute fuori negli anni le storie più coraggiose, innovative e capaci davvero di cambiare il mondo editoriale, per tutti i manga. E ormai da ragazze appassionate di fumetti ce ne sono davvero tante.

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