Varie e eventuali

Cultura umanistica vs cultura tecnica

Tra i tanti pareri messi in campo dal governo dei peggiori e degli antidemocratici in quest’ultimo Paese, hanno fatto discutere le illuminanti parole del cosiddetto ministro dell’innovazione tecnologica Roberto Cingolani secondo cui sarebbe inutile studiare le Guerre puniche, meglio la scienza dei microchip in attesa di aver inoculato anche quello.
Al di là del fatto che nella vita si possono studiare tante cose anche diverse e spaziare su vari ambiti di interesse, questa affermazione è l’ennesima testimonianza della mancanza di pluralità e di apertura mentale di una classe politica, la peggiore mai vista negli ultimi anni, e per far peggio del satiro di Arcore bisognava impegnarsi.
Intendiamoci: con la cultura umanistica da sola si fa poca strada, lo so bene, tornassi indietro non mi iscriverei a lettere moderne, scelta controproducente e che non mi interessava, mi butterei o su qualcosa di creativo e pratico o sulle lingue, magari quelle orientali, ma non certo su microchip e simili.
Inoltre, ognuno deve essere libero di fare la vita che vuole, anche se ultimamente non va molto di moda, e studiare o occuparsi di quello che ritiene giusto, senza sentirsi dire dei diktat assurdi. Si possono avere interessi anche diversi in parallelo, a me per esempio piace studiare le lingue, antiche e moderne, e piace tutto quello che ha a che fare con la creatività, che sia scrittura, artigianato, arte, cucina, grafica. Ma oggi c’è il rischio che dire questo risulti inaccettabile, quasi criminale.
In ogni caso le Guerre puniche sono comunque molto interessanti, il primo scontro tra potenze della Storia, qualcosa di molto attuale per capire il presente reale ma anche tanto immaginario.

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