Cultura otaku,  Eroine protagoniste

40 anni con Candy Candy

Non ricordo la data esatta, ma era marzo, all’inizio della primavera, quando GRP iniziò a trasmettere, in ritardo rispetto ad altre zone italiane, Candy Candy, uno dei più popolari cartoni animati giapponesi di sempre, protagonista dell’anime boom che ha poi spinto tanti di noi otaku a dedicare poi le nostre vite personali e lavorative a questo.
Non rimpiango quel periodo della mia vita, ma devo dire che gli anime sono stati ossigeno per la mia vita, e in fondo il mio primo libro ha riguardato proprio Candy. Mi spiace che le due autrici si siano mandate a stendere e abbiano bloccato i diritti del manga e del cartone animato in tutto il mondo, si vede che sono abbastanza ricche così.


Comunque vorrei dire la mia su una questione: spesso ho sentito dire che Candy è un personaggio lagnoso, una donnetta stupida, oltre che l’antesignana della sindrome della crocerossina che ti porta a sacrificarti per gli altri. Mi chiedo cosa abbiano visto o letto queste persone, Candy è un personaggio forte, ironico, ribelle, e infatti svetta su tutti gli altri, sulla lagnosa (lei sì) Annie, sul troppo buono Albert, su Neal e Iriza, davvero stupidi come cattivi, non su Terence e Stear che sono gli altri due miei personaggi preferiti della serie. E che brutto colpo alla fine la morte di Stear.
E alla fine io me la vedrei proprio bene sulle rive del Michigan ad allevare procioni come animali da compagnia, con Terence che ogni tanto passa a trovarla.

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