Cultura otaku

Vita da otaku

Oggi pomeriggio sono stata in piazza per la splendida gara cosplay organizzata all’interno di Cartoons on the bay. Dal 21 al 23 sarò a Torino Comics, poi nei mesi a venire ci saranno altri eventi legati al fumetto e all’immaginario, senza contare il libro che sto scrivendo su manga ed anime di fantascienza.
Appartengo da oltre un quarto di secolo alla cultura otaku, anche se a me piace di più definirmi nerd o geek, visto che spazio non più solo su manga ed anime, ma anche su comics, cinema e narrativa di genere, fandom, telefilm, giochi di ruolo.
Però tutto o quasi è nato dal fatto che trentanove anni fa io incontrai per la prima volta Heidi e Goldrake, primi di una serie di eroi e eroine che per alcuni anni mi tennero compagnia, salvo poi distaccarmene (l’idiozia adolescenziale…) e ritrovarli in una prospettiva finalmente adulta dopo i vent’anni.
Il bello di una passione è quando cresce ed evolve con te: grazie ai manga e agli anime mi sono appassionata al Giappone e all’Oriente, al fantastico in tutte le sue forme, ho costruito un mio immaginario indipendente e poi man mano ho allargato il mio interesse ad altro collegato.
Ecco, non ho mai amato l’integralismo degli otaku monotematici, che odiano quello che non è giapponese e sono convinti di essere perseguitati da chi ama la Disney e i comics. Ma mi sembra che di questi casi umani in giro ce ne siano ormai per fortuna ben pochi, bazzicavano di più qualche anno fa.
Le immagini che corredano questo articolo sono prese dalla rete, sono anni che ne circolano e devo dire che sono molto carine per prendere spunto per fare cose simili a casa propria. Mettendoci poi ovviamente qualcosa di proprio.

















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