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Tornare in edicola

Dalla tarda infanzia, quando iniziano ad emergere le passioni che ci accompagneranno per tutta la vita, alla giovinezza le edicole sono state uno dei miei luoghi preferiti. Ci compravo il giornalino di Candy e le figurine di Lady Oscar, le prime riviste di cinema, Quattro zampe, Ciné Revue, gli Urania fantasy, i tascabili Newton Compton, Japan Magazine, i manga della Granata Press, Kappa e le altre proposte della Star Comics, CiakFilm TV, le riviste straniere come SFX e anche libri rilegati su vari argomenti. Le edicole erano anche tra i miei posti preferiti all’estero, in particolare in Francia, dove acquistai negli anni varie bellissime riviste su manga, anime e fantastico, a cominciare dalla splendida Animeland.

Poi, qualcosa cambiò: nacquero le fumetterie, e io iniziai a frequentarle sempre di più, vennero fuori i mercatini domenicali dedicati ai libri e soprattutto arrivò il Web, dove tante cose si potevano trovare con un click. Sono rimasta una consumatrice e accumulatrice di carta stampata, libri e fumetti, ma ho cambiato i posti dove andare, e sono andata sempre meno in edicola, solo ogni tanto.
Intanto, tante edicole sparivano: a Porta Nuova ne è rimasta solo una su tre che c’erano, in piazza Carlo Felice e piazza Statuto sono sparite tutte, in piazza Castello hanno chiuso i battenti due punti di vendita storici, ci ha salutati la mitica Libreria del Salone con edicola internazionale e in una zona quasi centrale di Torino non ci sono più dieci edicole, non uno scherzo.

Certo, la crisi dei quotidiani, in parte anche provocata da loro che non sono più i cani da guardia della democrazia ma i servi del potere di turno, non aiuta, va detto che io in edicola l’ultima cosa che compro è proprio il quotidiano, preferisco concentrarmi su altre proposte.
Su questo argomento, ho trovato questo pezzo, dove si citano anche le gite in edicola di un tempo che fu. Eppure, dopo tanto tempo, sto riscoprendo le edicole: merito di Sprea e Nippon shock, che hanno deciso di privilegiare questo canale di distribuzione per le loro pubblicazioni su manga ed anime, di RBA e delle sue collezioni storiche, letterarie e sulle leggende giapponesi, di Urania e del fatto di aver trovato non lontano da casa riviste straniere, come il trimestrale su Versailles e SFX. Chiaramente, questo non basta a salvarle, ma stranamente ho ritrovato un piacere che credevo perduto, quello di avvicinarmi all’edicola, sbirciare, chiedere la rivista da sfogliare e acquistarla. Internet è tanto comodo, con due click parecchie cose, ma l’emozione di andare dal giornalaio è ancora su un altro livello. E domani andrò a cercare Nippon shock magazine.

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