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Remake e sequel, conferme e delusioni

Negli ultimi mesi ho visto vari film riconducibili alla logica del remake o del sequel o di entrambi, con conferme e delusioni.
Mi è piaciuto Blade Runner 2049, seguito dolente del classico del 1981, con un replicante che si ilude di essere umano e forse lo è più ogni altro, in un mondo psichedelico e solitario, dove quello che conta è saper fare la cosa giusta. Il monologo di Rutger Hauer sotto la pioggia resta impagabile, ma anche Ryan Gosling sotto la neve che scopre l’essere umani per un attimo non scherza.
Bello anche Assassinio sull’Orient Express nuova edizione, con un magistrale Poirot di Kenneth Branagh, circondato da un ottimo cast in cui emergono Michelle Pfeiffer, Judi Dench, Derek Jacobi e Johnny Depp forse nel suo primo ruolo negativo.
Un film basato sul dilemma di Poirot, che capisce che non tutto il mondo può essere diviso in buoni e cattivi, perché ci sono i buoni, ci sono i cattivi e poi ci sono i passeggeri dell’Orient Express, vite distrutte in cerca di un senso.
Divertente il nuovo sequel del DC Universe Justice League: la Wonder Woman di Gal Gadot si conferma un’eroina da tenere d’occhio, ma io adoro l’Aquaman di Jason Momoa, eroe grezzo e simpatico, non come i due perfettini Batman e Superman.
Invece delusione massima per It: capisco che è un libro difficilissimo da portare sullo schermo, ma farlo scopiazzando Stranger things non mi sembra il caso, con neanche una vera scena di paura, aggiunte che non c’entrano un piffero e la casa di Pennywise che sembra il castello di Carletto. E poi senza il tema di fondo, quanto di noi ragazzini resta dentro di noi e quanto perdiamo e quando dobbiamo saper tornare al nostro io di un tempo, la storia perde tutto.

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