Luoghi,  Torino

Non vado al Salone del libro perché…

Domani inizia il Salone del libro, non posso non saperlo visto che sono settimane che la mia casella di posta elettronica è piena di messaggi a tal proposito.
Non ci vado nemmeno questa volta, per tanti motivi.

Non vado al Salone del libro perché non mi va di dover girare con quella ignobile museruola sulla faccia a soffocare solo perché non si vuole convivere con un raffreddore e si vuole continuare a far guadagnare FCA.
Non vado al Salone del libro perché non dimentico che a ottobre non mi facevano entrare perché non avevo il vergognoso greenpass, perché non ero serva come loro.
Non vado al Salone del libro perché non ho voglia di respirare la stessa aria di gentaglia che ha contribuito a spargere odio e a distruggere questo Paese, come Roberto Burioni e Ilaria Capua.
Non vado al Salone del libro perché non perdono al mondo della cultura di aver accettato le follie di questi ultimi due anni, dalle mascherine al greenpass, di aver creduto a tutte le fregnacce di un governo corrotto, di essersi asservito e aver collaborato, e di aver insultato chi si opponeva, anche con motivazioni valide e cognizione di causa.
Non vado al Salone del libro perché non mi riconosco in pseudo progressisti, che per anni hanno rotto l’anima vedendo razzismo, omofobia, sessismo e fascismo anche dove non c’erano e che adesso vogliono imporre a tutti il pensiero unico che indicano i padroni.

La cultura mi interessa sempre, continuerò a scrivere, leggere, confrontarmi, ma in certi posti preferisco non andare più e preferisco non vedere più certe persone. Non posso dire che non andrò mai più al Salone del libro in assoluto, o ad altri eventi culturali (le fiere del fumetto continuano ad attirarmi, se tolgono le mascherine), ma non dimentico lo schifo di questi due anni e chi se ne è reso complice.

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