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Ma si diventa forse grandi?

Non si smette di essere piccoli tutto a un tratto, con una grande esplosione, come uno di quei palloncini pubblicitari con gli slogan. Il bambino che hai dentro cola fuori, trapela come aria da una foratura di una gomma. E un giorno di guardi allo specchio e ti trovi a faccia a faccia con un adulto. Puoi continuare a portare i blu jeans, puoi continuare ad andare ai concerti di Springsteen e Seger, ti puoi tingere i capelli, ma la faccia che c’è nello specchio è lo stesso quella di un adulto. Ed è successo tutto mentre dormivi, forse, come la visita della fatina dei denti (da IT di Stephen King)

Con queste parole Stephen King parla del crescere, in uno dei suoi libri più belli, e succede così piaccia o no. Ma da un lato è anche un sollievo, anche perché crescendo si perdono anche le cose negative, magari non scelte da noi ma con cui dovevamo convivere.
In questi giorni è girata la notizia che si è giovani fino a 75 anni, certo, dipende sempre da che lavoro si fa, io sono cresciuta, certo, e meno male, ma ho mantenuto passioni e interessi considerati giovanili, fumetti, collezioni, narrativa di genere, cinema.
Posso dire che più che la mia infanzia ad avermi lasciato come l’aria da una foratura di gomma è stata la mia adolescenza, anche se sto cominciando a rivalutarla.
Per cui si diventa grandi, ci si evolve, si cambia, ma certe passioni, come i libri, durano per sempre e anzi, si arricchiscono e si vivono meglio.

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